Si parte da una texture ispirata alla selce scheggiata, testimonianza dei primi insediamenti umani. La struttura amorfa e irregolare richiama anche l'ossidiana nera, vetro vulcanico tenero e duttile che egizi, aztechi e altre civiltà del passato impiegarono per realizzare lame, monili e oggetti rituali.
Osservando con attenzione la texture abbinata, è possibile notare che l'intelaiatura di fondo è la medesima. Una serie di elaborazioni sovrapposte trasforma la materia inorganica iniziale in un tessuto biologico dall'aspetto futuribile, postorganico, frutto di un'immaginaria evoluzione transumanista. In questo remoto futuro, nuove scoperte scientifiche e tecnologiche hanno trasceso i limiti umani.